Dieta o abitudine alimentare?
Chi di noi (se non una frangia di antipatici fortunati dal metabolismo veloce...) non si è mai sottoposto ad una dieta dimagrante?
La bilancina, gli schemi fissi, l'esigenza di trovare quei maledetti 67 gr di merluzzo del Baltico da abbinare alla vellutata di zucchina della Valcamonica, condita con 12 gr di succo di limoni di Sorrento, che la mia cena prevede esattamente questo?
Mettersi a dieta presuppone che per un certo periodo di tempo si mangi di meno, o ci si privi di qualcosa o si debba fare i salti mortali per seguire gli schemi fissi indicati.
Inevitabilmente alla fine del periodo, dopo un lasso di tempo più o meno grande a seconda di quanto siamo riusciti ad essere virtuosi, ricominciamo a commettere quegli errori che ci hanno portato a metterci a dieta.
E lo Yo-Yo ricomincia...
La verità è che una vera dieta è quella che non finisce mai: si chiama sana abitudine alimentare.
C'è una differenza sostanziale: la dieta punta a farci perdere peso, l'abitudine alimentare porta a vivere meglio e più a lungo. E nel frattempo, se siamo sovrappeso, anche a dimagrire.
L'uomo è un animale abitudinario: all'inizio sembrerà difficile, ma col tempo non solo le nostre pratiche in cucina, ma anche il nostro senso del gusto si modificherà, cambierà la sensazione di fame, diminuiranno i disturbi della concentrazione e la pulsione a cercare gli zuccheri.
Tutte le più moderne argomentazioni scientifiche degli ultimi anni, hanno portato esattamente verso questo tipo di impostazione.
Non c'è più molto da inventare in termini di dieta, ma quello che abbiamo imparato dalla più avanzata letteratura medica è che la risposta è sempre nella ricerca scientifica, ma che la stessa per poter essere considerata davvero valida, deve basarsi sulla reale fruibilità ed applicabilità.
La dieta CRON (Calory Restriction under Optimal Nutrition) del Dott. Walford, la dieta Furnham, la dieta di Okinawa, sono tutte basate su principi scientificamente validati.
Ma qual è la migliore?
Forse un pò tutte...
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